Quanto tempo mi richiede questo lavoro? Quanto durerà il cantiere? Che tipo di disponibilità ci si aspetta e quanto sono disposta a concederne/assicurarne?
Sono queste e tante altre le domande alle quali ogni giorno occorre dare una risposta.
perchè? Semplice perchè non pesare attentamente le cose da fare, lo sforzo necessario e le energie che ci vogliono compromette i guadagni di un lavoro.
Capire velocemente cosa si aspetta un cliente (disegni, relazioni, visualizzazioni, incontri, telefonate, sopralluoghi…) e in che quantità, permette di predisporre una bozza di incarico piuttosto che un’altra.
Oggi più di ieri stabilire un format di incarico è quanto mai difficile e, soprattutto ma non solo per i privati, gli schemi tradizionali risultano obsoleti.
Il problema oggi non è tanto stabilire se gli elaborati da redigere sono 5 o 6, quanto piuttosto centrare fin da subito le reali aspettative del cliente e su quelle commisurare il proprio impegno. quante volte il lavoro dovrebbe essere veloce e “indolore” e invece si protrae oltre ogni limite senza che ci sia alcuna sorta di “paracadute” che limiti i danni?
Sempre più importante diviene oggi riuscire a siglare un accordo che descriva il più possibile le reali attività, il tempo necessario e ciò che è escluso e soprattutto definire i tempi di pagamento.
..a questo proposito un consiglio personale: alla aliquota del fine lavori consiglio di aggiungere un “e comunque non oltre il…” così se per caso i lavori non dovessero mai finire o venissero prolungati oltre ogni limite di decenza, si è sicuri di incassare il saldo prima di passare a miglior vita. Inshallah!

cinzia

LUCE VERTICALE: titolo bellissimo!
Rivelatosi quanto mai attuale e affrontato dai 6 relatori da punti di vista fra i più vari. Ovvio successo anche degli stranieri ritenuti forse più “esotici” e tanti gli spunti su cui soffermarsi a riflettere.
Un esempio per tutti? Non illuminare è meglio che illuminare male?
Cinzia

Luce Verticale

un momento del convegno APIL al MADE Expo

…di un nuovo blog sulla luce, ce n’era proprio bisogno?

In rete ce ne sono già tanti: per lo più si reggono sull’impegno di giovani professionisti, che li gestiscono con la stessa passione che presumibilmente mettono nella propria attività professionale.
In questo, il nostro blog è forse un po’ anomalo, proprio perché non si basa su di un impegno individuale, ma sulla volontà collettiva di dare voce alla maggiore associazione di professionisti della luce. Questo potrà forse, all’inizio, causare qualche scollatura, fino a che non si sarà trovato il ritmo e il coordinamento giusto fra tutti.
Ma senza dubbio il carattere collettivo è anche il maggior valore aggiunto di questo blog. Il progetto è ambizioso: diventare un punto di riferimento, una piazza di discussione, una fonte di informazione costantemente aggiornata.

Sì, ce n’era bisogno….