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Convegno: Lo spazio museale – La qualità ambientale negli allestimenti espositivi e nei musei
Nella splendida cornice della Pinacoteca di Palazzo dei Diamanti a Ferrara, si è svolto il 21 ottobre un convegno tutto dedicato al museo ed alle sue problematiche, organizzato dal Collegio dei Periti Industriali e dei Periti Industriali Laureati della Provincia di Ferrara.
Un luogo di confronto per chi gli spazi museali li deve gestire, progettare o realizzare.
Gli ambienti espositivi e museali hanno necessità estremamente diverse in rapporto a ciò che si mostra, all’involucro che le ospita – spesso un bene a sua volta da tutelare – e alle esigenze di comfort e sicurezza degli occupanti.
La qualità degli impianti e la loro adattabilità è fondamentale, soprattutto per ciò che attiene il mantenimento delle corrette condizioni di illuminazione, microclimatiche e di qualità dell’aria, questo sia per la conservazione delle opere esposte sia per la salute di chi lavora all’interno delle strutture o le visita.
E’intervenuto come libero professionista sulla luce l’arch. Giordana Arcesilai, di APIL.
Il tema della luce e della sua qualità ha catalizzato l’attenzione dei 200 presenti, perché è tramite un attento progetto della luce che possiamo apprezzare l’opera, spesso penalizzata nella sua visione se l’aspetto illuminotecnico viene trascurato.
Vari i temi affrontati, tra cui la necessità di riappropriarsi di una “cultura” della luce, illuminando meno e meglio. In questi ultimi tempi si è forse abusato delle nuove tecnologie, creando, soprattutto in esterno, “paesaggi urbani” un po’ estranei alla nostra cultura.
I temi sottoposti all’attenzione della platea partono con le prime indicazioni per il rispetto e valorizzazione dell’opera; qualità, quantità e posizionamento della luce. La qualità è relativa alla capacità della luce di rendere i colori, non deve limitarsi nella valutazione della sorgente luminosa al semplice indice di resa cromatica (Ra o IRC), ma va analizzato lo spettro della stessa; la comunità scientifica sta studiando metodi più efficaci (color quality scale ?) (vedi articolo del 7 ottobre di Massimo Iarussi LED e resa cromatica nelle applicazioni critiche)
Ogni tema espositivo è un caso a sé stante, dunque il progetto della luce vede la figura del ligting designer coinvolta con coloro che sono responsabili di una buona riuscita dell’allestimento quali il curatore della mostra, il direttore del museo, ecc.
Una carrellata di “casi” illustrati, dalla necessità di un’ archistar come Zaha Hadid di avere pareti uniformemente illuminate ad una lettura “interpretativa” dell’opera, che può apparire per certi versi provocatoria, con la tecnologia LED, al museo virtuale e didattico, evocativo, dove le opere non ci sono più.
Viene toccato anche il delicato tema dell’illuminazione delle chiese, spazi che necessitano in primis di fare svolgere la liturgia ma che raccolgono anche opere architettoniche e simbolico-artistiche degne di essere “messe in luce”; attraverso accensioni diverse ed una gerarchia delle scene luminose possono essere assecondate anche le esigenze di valorizzazione dello spazio architettonico e delle emergenze artistiche. Il progetto illuminotecnico deve trovare un equilibrio senza cadere nella troppa spettacolarizzazione.
In esterno la valorizzazione dei nostri “beni culturali” ci porta a fare delle scelte su cosa e quanto illuminare, legate sia ad esigenze di carattere percettivo che di ottimizzazione delle energie utilizzate, anche nel rispetto delle leggi regionali.
Attraverso due esempi di illuminazione architetturale si illustrano le motivazioni delle scelte fatte.
Interventi
Apertura lavori:
Valeriano Vaccari Presidente Collegio di Ferrara
MassimoMaistoVicesindaco e arch. Bellini Assessore all’Ambiente del Comune di Ferrara
Relatori
Luisa Ciammitti, Donatella Magnani
La difficile convivenza fra le opere d’arte ed i loro fruitori. Il microclima nella Pinacoteca Nazionale
Giordana Arcesilai
Progettare la luce nel rispetto e valorizzazione dell’opera
Davide D’Ambrogio-Zumtobel
Tecnologia dell’illuminazione
Luigi Bontempi
Qualità dell’aria un obiettivo da perseguire e mantenere
Franco Dischi
La sicurezza elettronica a tutela del patrimonio culturale italiano, le nuove tecnologie e le nuove normative
Moderatore: Valerio Bignami Coordinatore CIG EPPI
Per la prima volta la città di Lecce diventa protagonista di un importante evento di arte contemporanea site-specific.
Organizzata dall’Associazione Culturale “AttivArti”, la manifestazione “Illuminando Lecce”, dal 3 dicembre 2011 all’8 gennaio 2012, vedrà collocate nelle strade principali della “Firenze del sud”, 8 installazioni luminose di artisti affermati e di giovani emergenti.
L’evento realizzato con il patrocinio e il sostegno della Regione Puglia – Assessorato alle Politiche Giovanili e Cittadinanza Sociale, la collaborazione e il patrocinio del Comune di Lecce – Politiche Giovanili, e i patrocini della Provincia di Lecce, dell’Accademia di Belle Arti di Lecce, dell’Università del Salento, del Ministero per i Rapporti con le Regioni e per la Crescita Territoriale, di Federculture – Federazione Servizi Pubblici Cultura Turismo Sport Tempo Libero e di Confindustria Lecce.Per il periodo natalizio, al posto delle tradizionali luminarie, saranno le opere d’arte luminescenti, di grande impatto scenografico, a rendere festosa la città, coinvolgendo cittadini e turisti in un percorso artistico/culturale del tutto inaspettato.
Le vie del centro di Lecce ospiteranno le installazioni di cinque artisti riconosciuti dalla critica in ambito nazionale e internazionale quali: Marco Appicciafuoco con cinque sculture luminose dal titolo Light Flowers in Piazza Sant’Oronzo; Franco Losvizzero che animerà la scalinata dell’ex Conservatorio di Sant’Anna (Via Giuseppe Libertini) con sei angeli luminescenti dal titolo Lanterne bianche – L’adorazione dei 6; Sandro Marasco con la frase da una poesia in arabo: Chiudi gli occhi e manda un saluto al mondo, che domina dall’alto Piazzetta Brizio de Santis all’angolo con Viale Trinchese, proseguendo con una seconda frase sulla facciata del palazzo della “storica” Libreria Liberrima in Via Vittorio Emanuele II; Salvatore Mauro che, con la collaborazione musicale di Linz, presenta l’installazione Fratelli d’Italia in Piazza Santa Croce e, ospite d’onore, Giancarlo Cauteruccio, regista-scenografo-artista visivo, noto per la sua poetica basata da sempre sul rapporto tra arte e tecnologia, che il 3 e 4 dicembre illuminerà Piazza Duomo con un intervento scenografico eccezionale: l’installazione Lux, con potenti fasci luminosi dalla piazza alla facciata della cattedrale, renderà il cuore della città un’opera d’arte ambientale unica e affascinante, grazie al coinvolgente e sorprendente connubio tra architettura antica e arte contemporanea.
Tre giovani eccellenti, selezionati con il Bando “concorso di idee” dell’Accademia di Belle Arti di Lecce: Francesca Cucurachi, Fabrizia Persano e fuori concorso, Emanuele Saracino, avranno inoltre l’opportunità di confrontarsi con i maestri contemporanei già affermati completando la scenografia urbana con le loro opere luminose; La serratura della Cucurachi, le suggestive Costellazioni dell’emisfero Boreale della Persano (realizzate da De Cagna luminarie) e Bubbles, bimbo che gioca con le bolle di sapone di Saracino, saranno installate rispettivamente a Porta San Biagio, Porta Rudie, e Porta Napoli, all’ingresso di Lecce, come simbolo di accoglienza e condivisione.
Novità assoluta sul territorio salentino, l’iniziativa prende spunto dalla manifestazione “Luci d’artista” di Contemporary Art Torino Piemonte, giunto quest’anno alla 13° edizione. “Illuminando Lecce” prosegue idealmente l’appuntamento che si svolge a novembre nelle strade del capoluogo piemontese e analogamente apre la città storica al dialogo con l’arte contemporanea, creando un trade-union tra nord e sud unico nel suo genere.
La manifestazione ha inoltre un alto valore dal punto di vista della sostenibilità e dell’impatto ambientale, dal momento che il dispendio di energia elettrica per le opere luminose, progettate con materiali ecosostenibili e lampade a risparmio energetico, sarà decisamente inferiore rispetto agli abituali consumi per luminarie natalizie. Una scelta che guarda al futuro e che trasforma la necessità di abbattimento degli sprechi in un appuntamento assolutamente innovativo, motivo di vanto e polo d’attrazione.
L’idea del museo a cielo aperto consente, per altro, di attirare e avvicinare all’arte contemporanea anche il pubblico dei “non addetti ai lavori”. Non saranno infatti i visitatori a dover raggiungere le opere, bensì le installazioni stesse a “comparire” sotto gli occhi dei cittadini.
info
T +39 392 8273512 / +39 347 8194946
www.attivarti.com
Sempre più spesso capita, incontrandosi con colleghi di altre associazioni, di scoprire che tutti perseguono un obiettivo comune. Far luce sulla figura del lighting designer dall’oscurità che l’Italia sembra avergli riservato. AIDI, APIL, LIGHT IS, ACCADEMIA DELLA LUCE, CIELO BUIO solo per citare le più note, sostengono da anni il riconoscimento di tale figura eppure, a tutt’oggi, il lighting designer riveste un ruolo ancora troppo marginale nella filiera progettuale. APIL insiste per la modifica del testo del D.M. 37/08 chiedendo l’obbligatorietà del progetto illuminotecnico; altre associazioni insistono su aspetti formativi in un paese che, pur essendo secondo in Europa per produzione di apparecchi di illuminazione, non ha ancora strutturato un reale percorso di riconoscimento della figura professionale. Ma qual è il vero limite di tutto ciò? La mancanza di una reale “massa critica” capace di incidere significativamente sul cambiamento e generare un’attenzione dei media sulla questione e l’attenzione che temi come l’energia, l’ambiente, il benessere psico-fisico e la valorizzazione dei beni culturali richiedono, attraverso un progetto sviluppato da un soggetto specificamente deputato. Sarebbe soprattutto l’ora di rinunciare a facili “Tafazzismi” dove ogni associazione si sente deputata a svolgere, da sola, il ruolo di rappresentante unico della verità, finendo inevitabilmente con il bastonarsi sui propri attributi perché nessuno, da solo, è significativamente rappresentativo di una reale massa critica capace di incidere sulle normative esistenti. Il dialogo su un obiettivo semplice come quello di chiarire che il progetto di illuminazione deve essere firmato da un soggetto RESPONSABILE è il primo passo.Nonostante tutto, sono molti i segnali che il vento comincia a cambiare. A Frosinone il primo processo in Italia per violazione alle norme sull’inquinamento luminoso si è concluso con una sentenza di condanna (fonte : www.cielobuio.org); a Como, in un confronto tra associazioni della luce, promosso da LightingNow in occasione del Contemporary Lighting Context, è emerso che “siamo tutti nella stessa barca” (M. Süss); a dicembre scorso il CELMA ha sottolineato la necessità del riconoscimento in Europa di un ruolo specifico per il lighting designer all’interno del processo di progettazione ma i tempi, per tale obiettivo, è utopico immaginare siano brevi. A Lecce, un anno fa APIL ed AIDI organizzarono congiuntamente un convegno dal fiducioso titolo “ Illuminare il futuro” e vennero gettate le basi per un significativo dialogo su obiettivi condivisi. Sarà ora di riprendere, allargando il tavolo, il dialogo?
APIL
via Foro Buonaparte 65
CAP 20121, Milano
tel (+39) 02 80604 374
fax (+39) 02 80604 392
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