Cari ed affezionati lettori, sappiamo della vostra impazienza nel leggere queste righe e scoprire, per chi non ha potuto partecipare, quali commenti restano al termine di un significativo incontro come quello del 5 marzo scorso a Milano. Al di là di una nutrita e partecipata assemblea, crediamo che l’iniziativa sia stata un grande successo per diversi motivi. Perché per la prima volta, tutti insieme, si sono confrontati i mondi istituzionali delle associazioni sia nazionali che internazionali, i centri di formazione ed ovviamente il web che, soprattutto negli ultimi anni, sta contribuendo significativamente a “comunicare la luce”. Perché emerge forte e chiaro che da parte di tutti ci sia stato il riconoscimento che il progetto è al centro della filiera, e  di conseguenza che la qualità del progetto torni a vantaggio dell’intera filiera. Perchè è stato riconosciuto che la figura professionale vera non può che essere quella del libero professionista, privo di qualsiasi legame con gli altri componenti della filiera. Perché è stato ribadito quale ruolo rivesta l’importanza della formazione e dell’aggiornamento continuo per garantire la qualità progettuale.  Ora il primo passo è stato fatto!  Dobbiamo lavorare tutti insieme nel cercare di costruire una voce forte e autorevole che, nelle sedi opportune, abbia ascolto. APIL è già al lavoro ma voi non mancate di fare sentire la vostra voce esprimendo con numerosi commenti la vostra opinione.Una nota a parte, consentitecelo, la merita il light buffet. Una piccola dimostrazione di reazione alla crisi grazie all’abilità e la qualità dei nostri light (designers) chef. E siccome in questo blog vogliamo sorprendervi, pubblicheremo prossimamente, insieme alle testimonianze dei partecipanti, anche le ricette dei nostri light chef per i vostri menù a lume di candela.(ai)

ATTI_eventoApil_5marzo2012

intervista Cinzia Ferrara – APIL

intervista Alvaro Andorlini – CELMA

intervista Francesco Iannone – PLDA –

intervista Gianni Drisaldi – AIDI

intervista Alessandro Sarfatti – ASSOLUCE

intervista Giacomo Rossi – Luxemozione

 

Tutti vorrebbero cambiare. Ma non tutti vorrebbero cambiare le stesse cose e soprattutto, non tutti vorrebbero cambiare nello stesso modo. Il popolo italiano è fatto così. Tutto merito, o demerito dei padri fondatori. Infatti, come disse Massimo d’Azeglio non appena fu costituito il regno d’Italia, “abbiamo fatto l’Italia, ora dobbiamo fare gli italiani” . Un’operazione iniziata centocinquantuno anni fa e non ancora completata. Per ora siamo un popolo attento. Basta un minimo segnale di difficoltà e rispondiamo prontamente …. nel breve volgere di un ventennio. Forse qualcuno vede nelle mie parole una sottile vena d’ironia. Certo che è così! Io penso che il popolo italiano non sia ancora in grado di mettere in atto radicali cambiamenti.  Non siamo fatti per la rivoluzione! E’ una questione di indole! Qui da noi si muovono solo i gruppi direttamente interessati ad un problema. Gli altri, si incazzano per il disagio …. o li prendono per i fondelli. E allora? Personalmente credo che una possibile soluzione sia legata al ruolo delle donne. Alla loro sensibilità unita alla determinazione con cui perseguono gli obiettivi. Un riconoscimento alle tante professioniste che con il loro lavoro contribuiscono a  migliorare la qualità del FARE lighting design e ad assolvere, quotidianamente, anche altri numerosi compiti. E tale affermazione, sottolineo, non è solo perché oggi è l’8 marzo.

Dopo giorni di martellante pubblicità sui quotidiani e lungo i muri della città, ieri sera si è svolto l’evento “il Duomo di Milano ti illuminerà”. Si trattava di video mapping, molto in auge in tutto il mondo e da ieri sbarcato per la prima volta anche a Milano. Il fascino di questo evento che dovrebbe essere un vero e proprio spettacolo sta nella complessità,  gradevolezza delle immagini proiettate e nel modo con cui queste si sovrappongono alla superficie reale dell’edificio e si fondono con la musica. Per chi ha già assistito ad eventi simili o ha avuto modo di vederne su you tube i più noti fra questi, quello di ieri sera è parso uno spettacolo debole e poco coinvolgente. Probabilmente ha soddisfatto invece coloro che, non conoscendo altri esempi, sono rimasti piacevolmente sorpresi dalle emozioni che questo tipo di proiezione può suscitare.