Grande affluenza sin dal primo giorno di fiera. Francoforte si conferma ancora una volta la fiera di riferimento del settore.
Diverse le novità presentate e tra queste ne vogliamo segnalare una in particolare. Se 2 anni fa la luce sembrava solo fatta di colore e dinamismi, oggi siamo oltre e, alla fantasia un po’ burina del colore comunque, ci si interroga sul tuning dei bianchi
Seguite attraverso i commenti, le sensazioni, le novità, quello che ci aspetterà nel prossimo futuro e, se volete diventare nostri inviati, inserite i vostri commenti a questo articolo ed inviate le vostre foto all’indirizzo: infoblog@apilblog.it
video: l\’installazione OLED proposta da Philips
- RADARR di Ingo Maurer
- led per videowall a confronto nello stand Traxon
- un curioso “mikado” IP 65 nello stand Disano
- Synapse : una interessante proposta di Francisco Gomez Paz per LucePlan
- un momento di relax nella LED plaza di iGuzzini
- una intertessante ed articolata proposta di Flos per l’integrazione tra sistemi a luce diffusa e spot
- stand affollatissimo da Zumtobel. interessante focus su “white tunable led” e luce dinamica
- ritratto di young lighting designer con la sua proposta
- Synapse
- la sospensione disegnata da Libeskind per Zumtobel
- tunable white by Philips
Mancavo da quattro anni da Francoforte. La riflessione più rilevante che mi viene da fare è che ai cambiamenti epocali cui si stiamo assistendo dal punto di vista tecnologico e da quello del mercato, se ne aggiunge un altro, indirettamente generato dai primi, più propriamente “culturale” che coinvolge il concetto stesso di design.
Il “bel disegno” è sempre più associato alla applicazione, e sempre meno all’oggetto di design in se stesso. Il bell’oggetto è interpretato come qualcosa che colpisce perché trova una applicazione nuova, cui ancora nessuno aveva pensato, o un modo nuovo per interpretare un certo tema, e non un oggetto fine a se stesso, per quanto bellissimo.
Questo non può che farci piacere perché, indirettamente, è un riconoscimento del ruolo del progetto.
Il primo messaggio ricevuto da questa fiera, confermato dopo qualche giro presso i principali espositori, è che la tecnologia LED si va affinando nella qualità della luce emessa, in direzione di un sempre maggiore comfort visivo.
Nelle precedenti edizioni il LED ci è stato proposto con irruenza evidenziandone solo i valori di lm/W ed esaltato nella sua caratteristica di emettere luce colorata e capacità di gestire il colore con relativi sistemi; temi però non appartenenti alla nostra cultura e sottoutilizzati…il risultato fieristico era l’imposizione di stand esageratamente colorati.
Ora il LED viene proposto nelle varie tonalità di bianco e in una notevolmente migliorata resa cromatica oltre che schermato nella direzione di un sempre maggiore benessere visivo; certo bisognerà andare a vedere chi è veramente abile nel contenere la minore efficienza energetica dovuta alle schermature sugli apparecchi.
Il LED che negli anni precedenti in ambito funzionale pareva non essere proponibile (stradale per gli esterni ed ambienti di lavoro come gli uffici per gli interni), sta entrando anche in questi ambiti.
Interessante esempio negli esterni, dato lo studio di ottiche che ha portato alla collaborazione tra aziende, NERI con PHILIPS. Disegnate da un giapponese, le nuove forme di Neri abbandonano il classico per accogliere in linee più leggere LED a fosfori remoti con ottiche o LED con lenti, sistemi che stanno per essere brevettati.
CREE con RUUD ricorre allo studio Speirs & Major per il disegno di un sistema componibile con eleganti barre LED, che nella forma affusolata per lo smaltimento del calore, una volta assemblate si ricompattano portando alla forma quadrata nella visione prospettica.
Philips propone sorgenti a LED dal design accattivante, oltre che i tubi a LED, e nello stand predomina lo slogan che richiama al benessere della luce negli ambienti lavorativi per aumentare la produttività ed il piacere di stare nell’ambiente di lavoro.
Il LED, che non va visto come mera sostituzione di sorgente luminosa, consente un affusolarsi ed appiattirsi delle forme; un esempio vincente le piatte plafoniere da esterno di Simes, rivisitazione delle tradizionali tartarughe.
Sullo stesso filone, interessanti le compatte emergenze di Zumtobel (segnalazione + emergenza) dove l’emergenza è ottenuta tramite 2 micro ottiche schermate e orientabili poste nello spessore dell’apparecchio. La possibilità di evitare gli ingombranti e poco piacevoli apparecchi d’emergenza ora c’è.
Una “lussuosa provocazione” la sospensione disegnata da Libeskind per Zumtobel costituita da figure geometriche come triangoli e trapezi irregolari con una miscela di LED ed oro al suo interno, ci ricorda che forse altri mercati più felici del nostro esistono; dall’altra parte, nel panorama generale di forme tutte uguali, tra estrusioni di cubetti e cilindri, si constata ancora che il linguaggio formale minimale ha fatto sì che le aziende si confondano e la maggior parte delle stesse non abbia un’identità; un messaggio per noi professionisti della luce, che abbiamo il compito di essere abili e consapevoli nello scegliere il prodotto per la nostra clientela, analizzandolo nel profondo, oltre nelle sue finiture, nella sua tecnologia.
Sono d’accordo con Giordana, ed anche con altri che hanno espresso lo stesso pensiero, sul percorso fino ad oggi realizzato dalla tecnologia LED: un po’ come un roseto che si impianta, “spinoso ed irregolare”, per poi trovare una sua primavera fatta di colori ed odori a tutti gradevoli. Un piccolo contributo per quanto mi riguarda è dedicato più all’aspetto commerciale, ed industriale, della Fiera. La tecnologia LED è riuscita a rivitalizzare e direi anche rafforzare un settore che languiva stancamente dentro una sua logica vecchia e oramai sterile. Nuove aziende stanno finalmente nascendo (o sono già nate da tempo) dietro questo evento, e questo è un bene, sempre e per qualunque mercato. Peccato che la crisi internazionale così come l’ingresso spropositato e sregolato di altre produzioni a noi lontane per tradizioni e pensiero abbiano soffocato questo interessante movimento, ma sono convinto che la ventata di novità ad esso collegata continuerà ancora per parecchio tempo. Sempre che gli attori principali, e mi riferisco in primis ai Committenti ed ai progettisti, ma anche ai protagonisti della filiera commerciale, non facciano sfiorire anzitempo il roseto.
Come al solito 3 giorni sembrano un’infinità, poi si riesce a vedere solo la metà di quello che si vorrebbe! Francoforte, è vero, si conferma ancora una volta punto di riferimento per il mondo dell’illuminazione. Naturalmente quest’anno, come d’altro canto nella scorsa edizione (dove effettivamente c’era stato il salto di qualità) il LED l’ha fatta da padrone. La strada è ormai tracciata, di lampade tradizionali quasi non c’era l’ombra: il futuro è sicuramente allo stato solido, e poi davvero il LED, con queste caratteristiche di resa colore e temperature correlate, davvero è quasi indistinguibile dalle sorgenti tradizionali, soprattutto in applicazioni che propongo l’accoppiata led array-riflettore in cui la sorgente può esser davvero confusa con una “lampadina” tradizionale.
Tra gli esempi notevoli aggiungerei la Otto Watt di luceplan, che associa ad un design accativante una soluzione tecnologica a LED davvero interessante: ruotando il cilindro che contiene il sistema LED si può cambiare tonalità della luce da bianco caldo a bianco freddo.
Artemide davvero deludente…con prodotti già triti e ritriti.
Per il resto, come dice Giordana, tanti cubetti e cilindri, di cui è molto difficile fare distinzione!