Prima volta a Bregenz per me, dove sono stato invitato, insieme ad altri colleghi di APIL, a presenziare al TIL Trends in Lighting, spin off del più noto LED Professional Symposium .
L’evento si svolge in Austria, in una località spersa in mezzo alle montagne; viaggio Flixbus con panorami da cartolina, molto gradevole ma altrettanto massacrante.
Ambiente molto diverso da quelli a cui siamo abituati. L’aspetto commerciale, che pure era presente e invadente, non era tuttavia esasperato come accade nelle fiere.
E mancava anche quella effervescenza, talvolta esagerata, che spesso contraddistingue i raduni di lighting designers. Atmosfera sobria e tecnica, e questo a me è sembrato un dato positivo.
Molti interventi supertecnici, alcuni forse fin troppo, almeno per chi i dispositivi deve conoscerli per usarli, ma non è coinvolto nella loro ideazione e realizzazione.
Insomma una esperienza decisamente positiva per me: un bagno di realtà e pragmatismo che mi è parso positivo, in un mondo spesso troppo autoreferenziale come il nostro.

I presenti di APIL al TIL: Massimo Iarussi, Helena Gentili, Susanna Antico.
Detto questo però, ci sono alcune considerazioni da fare sulla organizzazione dell’evento.
Il link fra i due mondi della ricerca e delle applicazioni (dei lighting designers), che avrebbe dovuto essere uno dei temi fondamentali del TiL, è stato appena accennato. Sarebbe stato bello vedere molti progetti, e di qualità, che potessero mostrare e dimostrare come lo sforzo dell’industria si trasformi in cose belle, per tutti.

Il sottoscritto durante l’intervento sull’Illuminazione del Museo del Duomo di Firenze

Helena Gentili, selezionata al call for paper del TIL con un intervento dal titolo: The role of Lighting Project in a Multidisciplinary Design Process
Ancora meno ha funzionato il link fra il nostro mondo di lighting designers e quello degli architetti. Lo sforzo fatto da noi come APIL, con la tavola rotonda organizzata e moderata da Susanna Antico, è stato l’unico tentativo di approfondire la questione: sono mancate nel programma altre occasioni che sottolineassero l’importanza della integrità della filiera ricerca-specialisti-architetti. I pochi interventi di professionisti del mondo della architettura, anche blasonati, sono stati francamente assai deludenti, e non hanno toccato la questione della specificità della progettazione della luce, neppure superficialmente.

Tavola Rotonda di Confronto sull’Illuminazione
Altra nota poco positiva è stata una certa invadenza della industria. Nonostante, come ho detto, l’aria che si respirava non fosse smaccatamente commerciale, pure nella scelta degli argomenti e nel loro contenuto c’era una eccessiva predominanza dei temi attualmente cavalcati dalla industria: IoT, Smart Lighting, Human Centric Lighting, e così’ via.
Ovviamente era inevitabile: si tratta di temi coinvolgenti, che vedranno senza dubbio uno sviluppo interessante nel futuro; tuttavia sono stati spesso (anche se non sempre) trattati come mero argomento di vendita, l’argomento del momento, senza un approfondimento sui contenuti, sulla loro reale utilità e sulla loro effettiva possibilità di essere applicati.
Insomma, una bella iniziativa nel complesso, ma per il futuro sarebbe necessario che l’organizzazione compensasse lo sforzo di chi partecipa con una maggiore attenzione alla stesura del programma.
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